mercoledì 5 agosto 2015

Finché l'avvocato non vi separi


Purtroppo nella vita capitano delle occasioni in cui siamo costretti a far buon viso a cattivo gioco, sopratutto se abbiamo a che fare con parecchi parenti e/o amici di famiglia che, ad un certo punto della loro vita, hanno l'infausta idea di sposarsi.
Perché finché si sposano gli amici, solitamente, va tutto bene: siamo contenti per loro, la festa si preannuncia divertente e ognuno di noi augura che il loro matrimonio duri più di una serie a puntate televisiva.
Ma quando si tratta di parenti e amici di famiglia, il gioco si fa duro. Orde di parenti impazziti che vi faranno le domande più impertinenti e voi a giostrarvele il meglio possibile nel tentativo di non far arrabbiare mamma e papà. Pranzi infiniti, foto noiosissime, balli e foto imbarazzanti faranno da cornice alla giornata, tant'è che la maggioranza di noi di solito si domanderà se l'Inferno ha quest'aspetto.
Comunque qui il Galateo ci viene incontro e ci salva dal voler mandare tutti a quel paese.
Uno dei problemi più immediati a cui vanno incontro chi appartiene alla cultura Goth, è, come sempre, il dresscode. Visto che il galateo prevede che non ci si vesta dello stesso colore della sposa, noi partiamo avvantaggiati. A meno che non siete invitati ad un matrimonio Goth (quindi non si pongono nessuno dei problemi che di solito affliggono gli altri matrimoni), il nero è un colore che va bene con tutto. Al massimo potete giocare con degli accessori colorati, oppure buttarvi
sull'iperelegante tipico della nostra cultura.
Io, per esempio, tendo a vestirmi Gothabilly, eccentrico a sufficienza per permettermi di esprimere me stessa ma senza togliere la scena alla sposa, cosa, purtroppo già successa.
Una cosa che ho notato con il passare degli anni, e che le novelle spose tendono ad acquistare, o a farsi fare, degli abiti che, nella maggioranza dei casi, non gli donano affatto. E a fare la loro scelta molto tempo prima della cerimonia e, nel frattempo, o ingrassare come pandorini in un forno, o a dimagrire eccessivamente arrivando così al fatidico giorno facendo impazzire la sarta ritrovandosi poi "insalamate" in un abito troppo piccolo o infagottate in un abito troppo largo.

Ma scegliere un vestito per partecipare ad un matrimonio non è nulla in confronto al dover sopportare le domande o, peggio ancora, le frecciatine dei parenti e degli amici di famiglia. Se avete attorno ai 25 anni non importa se siete fidanzate o meno, puntualmente salterà fuori qualcuno che vi chiederà: "E tu? Quando ti sposi?".
Io, che non sono mai stata una signora della diplomazia (mia madre mi diceva che guai a scegliermi come diplomatico, a quest'ora eravamo in piena terza guerra mondiale per colpa mia), ho sempre risposto "Mai". Era (e rimane) la mia risposta preferita, sopratutto perché è versatile.
"Quando ti sposi?". "Mai."
"Quando fai un figlio?". "Mai".
"Prima o poi ti passerà la voglia di vestirti così?". "Mai".

Usate risposte semplici, concise, d'effetto, in modo da tagliar corto se non avete voglia di dar spiegazioni a chichessia. Sinceramente cosa fate della vostra vita sono fatti vostri, non di certo loro. E ricordate: una rissa ad un matrimonio magari movimenta la festa ma non lascia un buon ricordo.
 Così cercate d'ignorare le persone che, puntualmente, devono fare battutine, dire sciocchezze sul vostro raffinato modo di fare; o peggio, quelle che si lanciano in voli pindarici nella speranza di offendervi o di mettervi a disagio.
Quest'ultima categoria è la peggiore: se la prima fa battute solitamente infarcite di luoghi comuni semplicemente perché ignoranti, tendenzialmente tendono a far la figura dei poveri sciocchi senza che voi rincariate la dose; mentre i secondi lo fanno perché si sentono inferiori a voi e cercano in tutti i modi di sminuirvi.
 Non date MAI retta a questi personaggi, MAI. Ma se volete infliggere loro una lezione, tirate fuori tutta la vostra cultura, in modo da far pesare a queste persone la loro ignoranza.
Per esempio: mi è capitato di sentirmi dire ad un matrimonio di un parente: "Chi si tatua tanto lo fa solo per esibizionismo", così ho spiegato ai miei interlocutori la definizione di esibizionismo e che, tendenzialmente, chi si fa tanti problemi su i tatuaggi è la gente che non ne ha.
Quindi armatevi di pazienza e ricordate sempre: siete voi quelli che non hanno nulla da nascondere, giustificare o spiegare, lasciate pure gli altri sguazzare nella loro curiosità, in fondo il riserbo è sintomo di raffinatezza.




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