mercoledì 17 settembre 2025

Le tenebre non giudicano

Da sempre, la comunità goth porta con sé non solo musica, poesia ed estetica, ma anche discussioni che sembrano ciclicamente riemergere, come onde scure che tornano a infrangersi sulla riva.


Ultimamente sento parlare (in alcuni casi urlare) moltissimi appartenenti alla cultura goth di politica, soprattutto i più giovani, rivendicando le radici punk e quindi anarchiche di quella sottocultura. In realtà, il goth non ha mai avuto un orientamento politico o un’ideologia ben definita, essendo intrinsecamente apartitico e caratterizzato da un forte individualismo. Troppo spesso ci si dimentica che il movimento nasce prima di tutto dalla musica e non ha mai lanciato messaggi politici espliciti come altri movimenti affini.


Ciò non significa che sia stato cieco: la cultura goth ha sempre promosso la tolleranza verso ogni forma di diversità. Inclusi aspetti legati a razza, sessualità e genere, opponendosi spesso alle norme e ai ruoli tradizionali, trasformando la trasgressione in una forma di decostruzione sociale. Purtroppo, nel corso degli anni, non sono mancate tensioni legate ad appropriazioni politiche: gruppi di estrema destra hanno cercato di associare a sé alcune band controverse, tentando di piegare l’immaginario goth a ideologie che con esso non hanno nulla a che fare.


La realtà è semplice: la cultura goth rifugge ogni associazione partitica di qualunque genere e si oppone a ogni forma di estremismo, xenofobia e omofobia. Chi si dichiara appartenente a una corrente politica e al tempo stesso alla cultura goth compie una scelta personale, che non può e non deve definire l’intero movimento. Perché la musica resta, ieri come oggi, la sua colonna portante.


L’altra grande frattura riguarda la questione della fast fashion: c’è chi la rifiuta categoricamente in nome di un’etica coerente, e chi invece la considera una scelta individuale, non strettamente legata all’essenza della sottocultura. Anche qui, i toni si accendono, e l’arena diventa un tribunale che divide il “vero” dal “falso”.


Eppure il goth non è mai stato un dogma. È un linguaggio fluido, un intreccio di musica, letteratura, arte, estetica e introspezione. È soprattutto uno stato mentale che abita chi sente affinità con il buio e con la bellezza che vi si cela.


Personalmente non intendo schierarmi né alimentare le divisioni: preferisco osservare, raccogliere e riflettere. Non dimenticate mai che il goth è musica in primis, ed è ancora oggi un luogo protetto, di cui tutti noi siamo responsabili. Le ombre non hanno bisogno di tribunali. Hanno bisogno di anime che sappiano ascoltare.


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