Da sempre, la comunità goth porta con sé non solo musica, poesia ed estetica, ma anche discussioni che sembrano ciclicamente riemergere, come onde scure che tornano a infrangersi sulla riva.
Ultimamente sento parlare (in alcuni casi urlare) moltissimi appartenenti alla cultura goth di politica, soprattutto i più giovani, rivendicando le radici punk e quindi anarchiche di quella sottocultura. In realtà, il goth non ha mai avuto un orientamento politico o un’ideologia ben definita, essendo intrinsecamente apartitico e caratterizzato da un forte individualismo. Troppo spesso ci si dimentica che il movimento nasce prima di tutto dalla musica e non ha mai lanciato messaggi politici espliciti come altri movimenti affini.
Ciò non significa che sia stato cieco: la cultura goth ha sempre promosso la tolleranza verso ogni forma di diversità. Inclusi aspetti legati a razza, sessualità e genere, opponendosi spesso alle norme e ai ruoli tradizionali, trasformando la trasgressione in una forma di decostruzione sociale. Purtroppo, nel corso degli anni, non sono mancate tensioni legate ad appropriazioni politiche: gruppi di estrema destra hanno cercato di associare a sé alcune band controverse, tentando di piegare l’immaginario goth a ideologie che con esso non hanno nulla a che fare.
La realtà è semplice: la cultura goth rifugge ogni associazione partitica di qualunque genere e si oppone a ogni forma di estremismo, xenofobia e omofobia. Chi si dichiara appartenente a una corrente politica e al tempo stesso alla cultura goth compie una scelta personale, che non può e non deve definire l’intero movimento. Perché la musica resta, ieri come oggi, la sua colonna portante.
L’altra grande frattura riguarda la questione della fast fashion: c’è chi la rifiuta categoricamente in nome di un’etica coerente, e chi invece la considera una scelta individuale, non strettamente legata all’essenza della sottocultura. Anche qui, i toni si accendono, e l’arena diventa un tribunale che divide il “vero” dal “falso”.
Eppure il goth non è mai stato un dogma. È un linguaggio fluido, un intreccio di musica, letteratura, arte, estetica e introspezione. È soprattutto uno stato mentale che abita chi sente affinità con il buio e con la bellezza che vi si cela.
Personalmente non intendo schierarmi né alimentare le divisioni: preferisco osservare, raccogliere e riflettere. Non dimenticate mai che il goth è musica in primis, ed è ancora oggi un luogo protetto, di cui tutti noi siamo responsabili. Le ombre non hanno bisogno di tribunali. Hanno bisogno di anime che sappiano ascoltare.
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